Artisti in strada
Tutto quel che diciamo, parla di noi, in particolar modo quando parliamo degli altri
Dobbiamo sempre avere fiducia in noi stessi, non possiamo smettere di credere nelle nostre capacità, nella nostra forza e nel nostro intuito di riconoscere quelli che più ci assomigliano. Anche quando sembra che la nostra vita stia affondando, anche quando è già sommersa.
-
Forse non ce ne rendiamo conto ma tutti i nostri tesori sono nascosti giù, nel profondo del nostro io, spesso questo nascondiglio si chiama cuore.
-
Il nostro corpo anche lui ci manda dei segnali e grida affinché noi ci riforniamo della possibilità di ascoltarlo e ci prendiamo cura di esso.
-
Da sempre sono esistite le curve chiamate equivoci.
-
-
Come esistono segnali luminosi chiamati molto semplicemente amici.
-
Grandi fari che splendono all’interno della nostra casa e che ci danno un senso di sicurezza, questi li chiamiamo e desideriamo tutti, parliamo quindi della famiglia.
-
Nella vita si può portare a termine tutto, a condizione di avere sempre con sé delle riserve fatte di decisioni.
-
Un altro importante e potente motore che nessuno ne può fare a meno è il tanto desiderato amore.
-
Se vogliamo invece strafare, dovremmo procurarci una garanzia ricca di fede e per i più illuminati la spiritualità sarà la loro disciplina.
-
Se contrariamente vogliamo vivere una vita priva di rischi emotivi, siamo obbligati a ricorrere alla qualità, facendo uso del nostro più abbondante carburante e se ultimamente non sono cambiati, i modi di comportamento si potrebbe chiamare pazienza.
-
Se dovessi darvi un consiglio, vi direi di non lasciarvi intimidire dalle opinioni altrui. Poiché solo la piccolezza cerca delle conferme.
-
Dunque, affrontate i rischi e fate quello che più desiderate. Quando entriamo in casa, e ad attenderci c’è qualche nostro familiare cerchiamo di nascondere il disagio che ci portiamo dentro.
-
Così, senza neanche rendercene conto, abbiamo imparato a recitare, a fingere, soprattutto a imitare il prossimo.
-
Imitiamo l’idea della moglie che abbiamo in testa, imitiamo gli amici, gli innamorati e i felici. Imitiamo quelli che in realtà non siamo capaci di essere.
-
Tutto questo per evitare che costoro possano in qualche modo intravedere in noi un’inquietudine interiore.
-
Una sola eccezione è quella se realmente siamo simili a qualcuno, se veramente possiamo permetterci di avere argomenti sufficienti per confrontarci e magari frequentare lo stesso ambiente, dividere lo stesso tavolo al ristorante, separare l’opinione e chissà a volte anche i sentimenti.
Questo sito vuole indicare non solo i segnali che ci aiutano a riconoscerci, ma anche il modo e la ragione per la quale il mondo e la società sia divisa in categorie di persone.
-
Non necessariamente il legame fra esse deve essere il denaro o il potere sarei più dell’idea che tutti noi ci scegliamo per le idee che ci uniscono, per gli atteggiamenti, per la semplicità e sicuramente per la brillantezza intellettiva.
-
Non è questo il punto d’arrivo di questo sito, non scrivo per rubare nozioni ad altri.
-
Perdendo tutto, si acquisisce altro, anche se sarà l’opposto della situazione che volevamo.
Parlare facendo uso della carta è un modo come un altro per esprimersi, c’è chi si pronuncia con la lingua, chi con l’arte, chi con l’aggressività e chi invece come me sa solo farlo con delle dichiarazioni scritte.
-
Di tanti scrittori invidio solo la loro fantasia nel riuscire a raccontare storie o fatti accaduti dell’attuale società riportando le esperienze altrui.
- La notizia certo è la comunicazione tra gli esseri umani; le donne raccontano le loro compere al supermercato spalancando intime confidenze tra loro.Gli uomini dall’altro lato raccontano gli averi, i successi e i problemi, dunque noi ci cerchiamo e ci ascoltiamo per avvicinarci.
- Quando gli eventi della vita che stiamo vivendo ci sembrano insignificanti, solo dopo ci accorgeremo di quel che è successo, tutto quello che costruiamo con le nostre mani, ci rimane, lasciare un segno del nostro passaggio è un modo come un’altro per farsi ricordare.
-
MAURIZIO ORTUSO, 2015