Maurizio Ortuso
Ho cinquantacinque anni; pertanto non ho più capelli. Il naso di tipo più ebreo che italiano. La bocca, ben disegnata. Intorno alla bocca non ho mai lasciato si formassero decorazioni di pelo. Il mento, la mascella e le orecchie, sono regolari. Il colorito è lievemente olivastro ma accoglie bene l’abbronzatura. Sono alto un metro e ottantatré e il mio peso forma si aggira sui settantotto chili. Sono venuto a Lucca nel 2003, il mio solo hobby consistette nel vivere, nel superare la difficoltà dell’esistere. I giovani artisti sono di solito di gradevole aspetto e anch’io lo ero. È più difficile mantenere un aspetto gradevole invecchiando, e, tutto sommato, non invecchio male. Mia madre era calabrese e assomigliava ad una donna tipica del sud, negli occhi soprattutto. I miei occhi assomigliano a quelli di mia madre, ma non assomigliano a quelli di mio padre. Le mie estremità, mani e piedi, sono ben fatte e mi sento lusingato quando manicure o pedicure mi fanno complimenti. Ho una buona voce e parlo un buon italiano. Il mio accento piemontese è artefatto, in realtà sono anch’io nato al sud è leggerissimo e riaffiora solo quando parlo a lungo. Chissà cosa vi aspettate del mio carattere e della mia natura spero possano emergere da una descrizione così piatta e puntuale della mia persona fisica, così come avviene da un’immagine dipinta. Vorrei, per esempio, si vedesse che sono forte e coerente, che sono fedele con gli amici e nell’amore. Pertanto non sono mai stato un donnaiolo né un libertino. Sono paziente e tollerante, con punte d’incontrollato furore. Mi piace provocare la gente, ma sono rispettoso delle opinioni altrui senza tuttavia cedere o venire a compromessi con ciò che penso e sento. Mi piace dare più che ricevere. Qualcuno mi accusa di essere “simpatico”, e capisco che da un certo punto di vista ciò possa costituire un limite, soprattutto presso le persone sospettose e guardinghe. Tuttavia, non mi servo della simpatia per imbrogliare nessuno, non vedo perché dovrei essere antipatico. Mi piace vestire in modo normale; bene, se possibile, ma senza ricercatezza. Mi piace mangiar bene. Bevo abitualmente acqua. Poco o niente vino. Mi piace leggere studiare scrivere e vedere opere d’arte. Amo l’arte segreta, le opere non famose, nascoste nei musei di provincia o in qualche soffitta sperduta di periferia o di campagna. Vado pochissimo al cinema, poco a teatro, tranne che all’opera che amo molto e al cui spettacolo mi piace collaborare; come scenografo, s’intende.
Biografia
Maurizio Ortuso, all’anagrafe Cosimo Ortuso (Reggio Calabria il 16 marzo 1958), è un artista italiano di origine greche ed ebraiche, insegnante, scrittore, reporter e editore indipendente.
Figlio di umili emigranti calabresi Antonino e Maria Ortuso, l’intera famiglia si trasferì nella città di Torino quando lui aveva appena qualche mese. Cresciuto in un ambiente prettamente cattolico, ma lui si convertì al buddismo più in là con l’età’.
Durante gli anni 1965 – 1970 fu trasferito dalla famiglia in un Istituto cattolico, PRO PUERITIA, collegio per famiglie disagiate, più in là con l’età ci scrisse anche un libro con un suo coetaneo Franco Zanotto. Terminate le scuole elementari iniziò a studiare a Torino presso la scuola Olivetti, dove fu messo in una classe speciale, grazie al suo quoziente d’ingegno, ma sviluppa ben presto un’antipatia per gli studi, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a casa, marinava spesso la scuola e quando era presente, non faceva altro che disturbare la classe. Sorprendentemente si dimostra molto abile nello scrivere lettere d’amore sia per lui sia per altri compagni. Non amava tanto la compagnia dei suoi compagni di scuola era molto più affiatato con gli animali, a soli dodici anni allevava sul balcone di casa porcellini d’india, di cui uno lo portava, persino a scuola, e in casa custodiva una gabbia con dei criceti. Ben presto scoprì di avere nel Dna il medesimo interesse di famiglia cioè quella di emigrare all’estero, quasi tutta la famiglia Ortuso negli anni delle guerre è immigrata negli Stati uniti e nel Canada.
Nel 1979 si è trasferito con un’amica a Parigi in cerca di fortuna. in Francia ci rimase solo per alcuni anni dove si adattò a diversi piccoli lavori come: commesso, cameriere e modello per la Model agency, poi durante un’estate del 1981 in Italia conobbe una ragazza svedese, non potendo però comunicare con lei, decise così di trasferirsi a Londra per imparare la lingua inglese, lì conobbe l’amore della sua vita “Sandra” (Alessandra Sidoli Marshall) ma fu un amore travagliato e non corrisposto destinato a finire anche per le grandi differenze sociali. Come studente, non avendo risorse economiche sufficienti e quella immutata antipatia per gli studi, a Londra fece piccoli lavori come commesso per la Benetton e lavorava di sera a Villa Carlotta presso la Spaghetti House, famosa e antica catena di ristorazione italiana.
Nel 1982 una studentessa universitaria “Sita Wadwa” gli comunicò che avrebbe avuto una figlia di nome Victoria, concepita durante la sua permanenza a Parigi, lui preso dal panico decise di tornare in Italia poiché non era per niente disposto a riconoscere una figlia. Raggiunto Torino iniziò a lavorare con l’azienda di famiglia che trattava alimentari.
Nel 1984, dopo un periodo di crisi esistenziale decise di tornare all’estero, l’unico posto dove poteva avere un appoggio fu a Stoccolma, purtroppo non riuscì a sopportare il rigido clima della Svezia e perciò rientro nuovamente in Italia a Torino e nel 1986 apri il suo primo studio artistico di Design “High society” durante la quale scoprì di avere un grande interesse per l’arte ma l’economia lo tormentava e nell’ estate del 1989 a Positano in compagnia della ragazza svedese decise di avere un figlio con lei e così nel 1990 si trasferì nuovamente a Stoccolma dove ebbe il suo primogenito Daniele Erik Maurizio Ortuso.
Nel 1994 si iscrisse alla Stockholms Universitet studiò parecchi anni a più orientamenti universitari, sognava di diventare un giorno scrittore, nel 2001 ricevette una laureain teologia. A Stoccolma iniziò a lavorare come docente all’accademia d’arte Drammatica di Stoccolma FolkUniversitet dove insegnava la lingua italiana a studenti svedesi. Durante quella permanenza acquistò anche una sartoria, dove la trasformò in uno studio artistico, fece anche alcune mostre d’arte ottenendo un discreto successo ma non convincente per le sue pretese.
Nel 2003 si trasferì con la sua compagna e il figlio nuovamente in Italia, però, scelse la Toscana come punto di riferimento. A Lucca aprì un’attività con la sua compagna svedese e riuscì a ricavare un altro studio artistico unendo tre garage della sua casa, in compagna del figlio Daniele riuscì a creare molte opere artistiche incluse sculture, la sua predisposizione è per il patchwork, facendo uso di frasi provocatorie, riuscì anche a organizzare svariate mostre sia a Lucca sia a Firenze, ma ancora una volta l’economia lo perseguitava e fu davvero un disastro, tanto più che la svedese decise di lasciare tutto e ritornare in Svezia da sola.
Nel 2009 la sua vita ebbe un cambiamento radicale quando a Lucca incontrò per puro caso nuovamente l’amore della sua vita Alessandra Sidoli che lo invitò di andarla a trovare a Londra, durante quel periodo lei le fece capire che i guai della sua vita erano legati ai continui litigi con la svedese che lo rendevano instabile, e perciò, lui, convinto di quanto il suo grande amore le aveva rivelato, benché drammaticamente, un anno dopo finì tutto, lei rientro in Svezia da sola e lui rimase con il figlio Daniele a Lucca e lì diede origine la sua attività INNEDE EDITION come scrittore, reporter e editore indipendente.
Nel 2010 scrive il suo primo libro “E’ tutto scritto” Alcolismo e tradimenti.
Nel 2012 dedica un romanzo interamente all’amore della sua vita “Sognando Londra tutti i giorni” versione italiana, invece, la versione inglese, “ I love London every day “ ma ebbe ripetute critiche per le traduzioni in inglese che vennero provocate da parte dei traduttori.
Nel 2013 fece altre pubblicazioni di poco valore letterario “ La meritocrazia quella che non c’e’”, “ I grandi si riconoscono solo tra loro” e “Destra oppure Sinistra” queste pubblicazioni non ebbero un grande successo anche perché non aveva un editore che lo guidasse nel lungo cammino ed essere indipendente senza una distribuzione adeguata e’ molto arduo avventurarsi nel mondo dell’editoria.
Nel 2014 venne contattato dalla David & Matthaus con loro pubblicò ” Se lo sapevo non nascevo” che ebbe il suo primo discreto successo ma sfortunatamente questa casa editrice ben presto si trasformò in agenzia letteraria e così fu obbligato a ritornare alle sue origini come editore indipendente.
Nel 2015 lavorò molto nel fondare Toskana Magazine, Turin Magazine e Artisti in Strada, pubblicò svariati libri per autori emergenti, oltre a questo dava spazio a giornalisti emergenti pubblicando per loro sulle riviste online, chiaramente questa attività in Italia non dava grandi risultati economici e così nel 2016 si trasferì a Londra dove visse in una casa sociale per sei mesi e lì scrisse “ Non ci Pensare ecco la felicità dove si era nascosta“ .
A Londra nel 2017 intraprese a lavorare come insegnante nel mondo del sociale e iniziò alla Kisimul School, una scuola per ragazzi autistici fondata dalla Regina Elisabetta II. Durante questa sua permanenza in Inghilterra visse un paio di anni con l’attrice e stuntman “Zarene Dallas “ ma era più un rapporto professionale e di amicizia più che amore, ebbe anche un’esperienza alla Microsoft, grazie alle lingue come lo svedese, che lui conosceva molto bene, ma il suo unico intento era quello di riallacciare i contatti con la sua amata, dopo tre anni di attesa capii ormai che era troppo tardi con Alessandra Sidoli che intanto aveva messo su famiglia con un ingegner Scozzese e perciò rimase solo, e decise così di lasciare Londra per tornare dal figlio che si era nel frattempo trasferito a Stoccolma. Così nel 2019 rientrò nuovamente in Svezia e da lì iniziò a lavorare come insegnate d’arte alla Karsby International School e a oggi segue costantemente la INNEDE DITION che è di sua proprietà.
Il reporter
Nel 2019 terminò di studiare online alla University of California, Berkeley ottenendo un certificato come reporter all’indirizzo “ Journalism for Social Change”, nel 2020 venne ammesso al registro dei reporter presso la WREP di Berlino. In questo periodo segue svariate riviste e social online.
Pubblicazioni
2011 – E’ tutto scritto” Alcolismo e tradimenti
2011 – Tout est écrit
2011 – Allt är skrivet
2013 – Sognando Londra tutti i giorni
2013 – Todos los dias te quiero
2010 – I love London every day
2010 – Paris qui en rêve tous les jours
2012 – I grandi si riconoscono solo tra loro
2012 – Great people click with each other
2013 – La meritocrazia quella che non c’e’
2010 – Destra oppure Sinistra
2014 – Se lo sapevo non nascevo
2017 – Pro Pueritia
2019 – Non ci Pensare ecco la felicità dove si era nascosta
L’editore indipendente
Sangue Cibernetico – Valentina Nardelli
Il Futuro della primavera araba – Marco Criscuolo
Frammenti – Denny Montero
Il Tramonto – Denny Montero
Reportage nelle vie di Pechino
Destinazione Thailandia – Daniele Ortuso
Le cronache del sogno – Emanuele Pappalardo Caltabiano
La ragazza col tacco rotto – Giò Naimoli
Amore e Dolore – Antonina Lentini
Piccolo manuale sui disturbi del comportamento alimentare – Antonella Marchisella
Corso intensivo di traduzione informatica
Fine ed Inizio – Matteo Paganini
Dov’è l’amore – Antonella Marchisella
The Lean Bee: psychological diet – Eros Biasiolo
Tutto per un bacio – Angela Ceraso
Le vie dell’amore sono infinite – Denny Montero
Il gruppo dei Giardini – Mauro Benassai
Cosa dice la gente
Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.
Walt Disney
Sono le nostre scelte, Harry, che mostrano ciò che realmente siamo, molto più delle nostre abilità.
J. K. Rowling
Non piangere perché è finita, sorridi perché è accaduto.
Dr. Seuss
Il periodo più bello della mia vita fu quando ero nel grembo di mia madre; lì stavo davvero bene. Mangiavo a sbafo, non mi disturbava nessuno, non dovevo lavorare, mi sentivo al sicuro e mi facevo delle lunghe dormite senza essere infastidito. Solo ogni tanto mio padre insisteva nello spingermi più in dentro. Fortunatamente le sue torture duravano solo pochi minuti. Il giorno più brutto fu quando mia madre decise di buttarmi fuori e mi fece passare le pene dell’inferno; mio padre non c’era poiché era andato allo stadio a vedere la partita. I soldi per farmi nascere in una clinica privata, com’è successo all’erede del Principe di Monaco, non li avevano. Perciò, come primo incontro, ebbi la sfortuna di trovarmi davanti un’ostetrica alquanto isterica; solo a vederla mi misi a strillare e lei, presa dal panico, cominciò a sculacciarmi a più non posso. Fu un travaglio, quel giorno, che non vi dico; dalla fretta di buttarmi fuori mia madre non mi fece neanche lavare, mi scagliò nella vita tutto sporco e inzuppato di non so quale strano fluido, senza chiedermi se volevo nascere.Fin dai primi giorni avevo capito che ero arrivato nel periodo sbagliato e nel luogo meno adatto. Mi disperavo e, quando strillavo per farmi notare, mia madre, tempestivamente, mi stringeva al suo petto rifilandomi in bocca un capezzolo. Quello, in effetti, non mi dispiaceva, ma era l’unico sollievo a quei tempi. Per il resto non vi dico; quando la gente mi guardava cominciava a ridermi in faccia e a fare strani gesti. Alcuni mi scattavano le foto, altri cominciavano a sventolarmi davanti alla faccia strani pupazzi.