FEDERICA PIETROLA’
“Il Profumo” di Patrick Süskind è uno di quei libri che si lasciano leggere tutto d’un fiato; le frasi scorrono veloci sotto gli occhi attenti del lettore e le parole, creatrici ed epifaniche lo immergono nel mondo del romanzo, nella storia che si dipana pagina dopo pagina.
Parigi, la Provenza, le campagne francesi della prima metà del diciottesimo secolo fungono da sfondo per una storia in cui il protagonista non è l’uomo Jean-Baptiste Grenouille, la sua genialità; bensì la parola, ciò che essa è capace di esprimere e raccontare attraverso il potere della creazione artistica letteraria.
Il libro è un condensato di odori, atmosfere, luoghi dalla grande varietà e vitalità. Il romanzo ci palesa un mondo di cui pochi hanno una vera percezione e di cui Süskind riesce a raccontare ed esprimere magnificamente l’ineffabile ricchezza. La diversità e la bellezza degli eterei profumi ci vengono mostrate attraverso le parole. Scrive l’autore: “gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi.
Poiché il profumo è fratello del respiro” e Jean-Baptiste possedendo i segreti di tutti i profumi del mondo è capace di dominare l’umanità poiché nessuno è immune dal respirare. Grenouille vive ai margini della società, è un fantasma, una “cosa” nata destinata subito a morire che si è aggrappata tenacemente alla vita solo grazie al suo genio olfattivo.
Il suo naso rappresenta un mezzo di riscatto, un modo per imporsi sulla società; dominando gli odori avrebbe potuto dominare i cuori degli uomini: “egli possedeva un potere più forte del potere del denaro o del terrore o della morte, l’invincibile potere di suscitare l’Amore nell’Umanità”.
”. Nel 2006 il regista Tom
Tykwer ha realizzato un adattamento cinematografico di questo capolavoro della letteratura mondiale, riuscendo a ricreare la bellezza e l’atmosfera del testo. Nonostante Kubrick avesse definito il romanzo di Süskind “infilmabile”, poiché legato al mondo etero degli odori difficilmente rappresentabile nel Cinema, Tykwer si cimenta in questa sfida.
Utilizza un montaggio espressivo caratterizzato da brevi sequenza che seguono la scia olfattiva che il giovane capta per le stradine tortuose di Parigi o negli immensi spazi della campagna provenzale, avvicinandosi così alla ricchezza espressiva del romanzo. Una fotografia impressionista caratterizza la pellicola e l’atmosfera cupa e brutale che aleggia per i vicoli della fetida Parigi cooperano a rappresentare l’esperienza sensoriale del giovane. Il bravissimo attore inglese Ben Whishaw riesce a interpretare il protagonista del romanzo amabilmente e a mostrarci il suo mondo interiore tramite l’espressività del suo volto e l’uso cadenzato di gesti e respiri. “Profumo, Storia di un assassino” è un film che vale la pena vedere, sia per gli amanti del libro, che possono confrontare la loro interpretazione con quella del regista, sia per spettatori ignari del grande romanzo che vengono introdotti nel mondo degli odori.
“Il Profumo” di Süskind, dalle pagine el testo al film.
FEDERICA PIETROLA’