MADRE NATURA UCCISA DAI PROPRI FIGLI VALERIO MAGLIONA
25 Novembre 2012.
Ci troviamo in un piccolo e molto povero villaggio della costa meridionale del Bangladesh e qui proprio ieri Yabi, insieme alla propria famiglia, è stato costretto a partire e lasciare la sua casa per sempre, abbandonandola al suo destino.
L’abitazione apparteneva da numerose generazioni alla famiglia ed era stata costruita sul mare siccome quella di Yabi è stata da sempre una famiglia di pescatori.
Negli ultimi anni però, mese dopo mese, il livello dell’acqua è salito gradualmente finchè non sono iniziate le prime infiltrazioni nell’abitazione, che a poco a poco hanno fatto marcire le travi portanti. Ora quella casa è oramai pericolante e ad ogni onda un po’ più forte delle altre l’acqua schizza sulla porta e il pavimento scricchiola in un modo inquietante. Così a meno di un mese da Natale, mentre tutti noi viviamo tranquilli le nostre giornate nelle nostre abitazioni confortevoli, Yabi si trova al confine con l’India, ignaro di ciò che succederà nel proprio futuro.
Questa e molte altre sono le conseguenze catastrofiche che stanno colpendo l’intero pianeta a causa dell’inquinamento e del riscaldamento globale e se non si riescono a trovare sufficienti soluzioni immediate si potrebbe facilmente giungere a un “punto di non ritorno”. Secondo ciò che riportano le analisi, nel solo Bangladesh un innalzamento di un metro del livello delle acque causa lo spostamento di circa 20 milioni di persone, come afferma L. Grove in un suo articolo pubblicato su “La Stampa” un paio di anni fa. Ma non c’è per forza bisogno di parlare del Bangladesh per comprendere quanto grave risulti essere la situazione; siccità, incendi, alluvioni, tempeste e altri grandi fenomeni meteo stanno capitando in molte nazioni da un po’ di tempo a questa parte, portando con sé rovina e distruzione. Le conseguenze sono evidenti a tutti, ognuno di noi sa perfettamente cosa sta capitando al clima mondiale e cosa potrà accadere in futuro, ma non tutti sembrano preoccupati o si impegnano a salvaguardare l’ambiente in cui vivono.
È anche vero il fatto che espone Al Gore nel suo ultimo libro “La scelta. Come possiamo risolvere la crisi climatica”, che tratta dell’atteggiamento delle grandi società che non vogliono più spendere soldi e imbattersi nei costi di ulteriori regolamenti anti-inquinamento o dedicare i loro capitali per battaglie a favore della salvaguardia dell’ambiente. Inoltre nel titolo del libro di Al Gore è presente una parola molto importante a cui bisogna fare attenzione e che merita di essere presa in considerazione approfonditamente e cioè “La scelta”. Ebbene sì, perché la crisi climatica può essere analizzata sotto vari aspetti e da diversi punti di vista, ma è la scelta o la decisione che ogni singolo essere umano prende a determinare il miglioramento o il peggioramento della situazione in cui ci troviamo. Coloro che si devono mobilitare in primis sono i governi e poi ogni singolo cittadino, perchè è un governo che deve scegliere di rendere consapevole la popolazione della gravità della circostanza in cui ci si trova e che deve scegliere di educare le persone a tutelare l’ambiente nel quale viviamo attraverso metodi che possono essere l’utilizzo delle energie rinnovabili o una minor emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.
La crisi climatica è inevitabilmente incominciata con la nascita dell’industria e cioè quando l’uomo, insoddisfatto di ciò che la natura gli offriva, incominciò a sperimentare nuove tecniche e a inventare nuovi oggetti, incrementando così sempre di più, anno dopo anno, l’inquinamento mondiale. Come afferma lo stesso Giacomo Leopardi nello Zibaldone, con l’arte l’uomo non si è perfezionato, bensì corrotto, c’è stato come un passo indietro nell’evoluzione dell’uomo che ha portato alla condizione attuale e che porterà, se non si interverrà al più presto, chissà a quale futuro ancor peggiore; infatti quest’arte, utilizzando le parole del grande scrittore, è un’arte “difficilissima, infinita, complicatissima e lontanissima dalla natura” e quindi può solo andar contro la natura, essere un ostacolo per la natura stessa.
Dunque ciò che ognuno di noi deve fare (e si noti, questo è da fare al più presto) è informarsi e trovare una soluzione all’enorme problema che sta investendo tutti noi, cercando di non inquinare eccessivamente e pensando ai propri figli, che dovranno vivere nel mondo che noi prepariamo per loro. E se questo accadrà, speriamo che la vecchia casa in riva al mare di Yabi non sia sommersa dall’acqua, perché se no sarà sicuramente troppo tardi.
VALERIO MAGLIONA