Quando devo scriverti, mi sale sempre un attacco di ansia e perciò non so mai da dove iniziare. Se debutto con il raccontare di me, corro il rischio di essere captato per squilibrato oppure che sia confuso con un novelliere. Se invece, inizio con il presentare il contenuto si manifesta all’interno della mia mente contorta, degli indefinibili dubbi per il semplice fatto che potrei essere smascherato come un tale che non sa scrivere. Perciò la cosa più di buon senso è di scarabocchiare come viene.Questa lettera lo redatta non perché di professione faccio il poeta, poiché esso non è un mestiere, bensì una vocazione.
Devo ammettere che ho fatto di tutto pur di cercarmi un lavoro come tutti gli altri, ma sono solamente riuscito a dimostrare che i miei talenti sono pieni di futili entusiasmi e niente più. A differenza di quando scrivo che alla fine, mi trovo sempre qualche cosa di concreto.
Riguardo questa lettera, ci ho messo dell’impegno, forse sono stato un po’ lento, poiché ho impiegato più di cinquanta anni per terminarla. Ho dovuto, oltre che a fare le mie analisi, anche imparare a scrivere, non che ci sia riuscito molto bene, mio malgrado, sia sempre stato l’ultimo in tutto, compreso quello della classe, mi affermavano di continuo che per la grammatica e la linguistica ero psicologicamente inadatto, poiché troppo portato alla fantasia artistica. Pertanto, mi sono abituato all’idea perché ho capito che per stare bene non bisogna preoccuparsi di quello che pensano gli altri. Spero che non emerga da questo messaggio il fatto che soffro per dei mali incurabili, la colpa non è mia, e, quello che mi circonda che mi fa sentire così male.
Certo, mi piacerebbe che questa lettera fosse letta, che rimanga, io, solamente l’autore e il solo lettore vuol dire non farla esistere. Questa comunicazione non è una visione onirica, poiché il mio sogno è un altro, vorrei per esempio girare il mondo e osservare la natura con tutte le sue bellezze, in particolar modo gli animali più che la razza umana.
La vera ragione di questo scritto, e per ringraziare tutti i miei maestri, che con la loro dottrina mi hanno insegnato a capire che sono piccolo ma che nella vita, mai dire mai, un giorno potrei trovarmi, magari anche solo per fortuna, anch’io in qualche spazio privo d’invidiosi, dove essere, è più importante che avere.
Estratto “I GRANDI” Maurizio Cosimo Ortuso
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